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      Dopo 28 anni ne erano stufi. La Patrie en Danger fu il suo organo rivoluzionario. Uomo d'azione, era stato condannato a morte. Non poteva vivere senza cospirare. Durante la Comune doveva servire di scambio. L'arcivescovo di Parigi sarebbe stato messo al largo, se i versagliesi avessero liberato Blanqui. Si è indugiato troppo. Le autorità di Versailles tendevano al doppio gioco. Thiers si vendicava. Lo storico borghese aveva avuto in fiamme la casa e la superba biblioteca. Cose atroci che non si capiscono che in momenti rivoluzionari.
      Mussolini proseguendo la ricerca delle figure che avevano torreggiato durante la Comune prendeva Jourde - un tipo magnifico di proletario - che si era adattato a maneggiare i milioni della Banca di Francia, senza uscire dalla miseria e lasciando la moglie al fosso a lavare biancheria. La povera donna non si era staccata dalla propria clientela. Il suo marito, delegato alle finanze, non aveva dato ai soldati della rivoluzione che sei sous, buoni per morire di fame. In fondo era un taccagno. I giudici per questa sua taccagneria non sono stati teneri. Lo hanno mandato lo stesso alla Caledonia.
      Benito Mussolini aveva una vera attitudine per l'oratoria comunista. Saliva ai culmini. Entrato nei supplizi e negli uragani arroventava l'atmosfera e incendiava il suo uditorio. Si è messo a lavorare Felice Pyat, uno dei collaboratori del '93 di Hubert. Il Pyat era il più conosciuto dei comunardi. Non aveva che sessantun anni. Letterato e scrittore formidabile.


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Mussolini
di Paolo Valera
pagine 213

   





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