Il re, e bisogna metterlo seriamente in discussione, non ha saputo - in otto mesi - che mandare uno dei soliti telegrammi al sindaco di Roma, per l'anniversario del XX Settembre. E niente altro. Molti monarchici cominciano a chiedersi se valga la pena di pagare con sedici milioni in oro un re che non sa assumere - nemmeno nei momenti tragici della storia - un atteggiamento che non sia casalingo e filisteo. Se è necessario di avere semplicemente un Capo dello Stato allora si può scegliere meglio e spendere meno. A un re borghese, io preferisco un Motta qualunque (presidente) di una qualunque Svizzera.
Questa incapacità organica dei Savoia a vibrare coll'anima della nazione, questa loro deficienza dinanzi allo svolgersi degli avvenimenti, è documentata, pagina per pagina, in tutta la storia del nostro Risorgimento. Quando Vittorio Emanuele II - il meno peggio di tutti, perchè aveva almeno delle capacità
fisiche" di soldato - entrò in Roma, uscì in questa famosa e banale esclamazione in dialetto piemontese: Finalmente i suma. Il "Ci siamo e ci resteremo!" è un'invenzione successiva dei cronisti monarchici. Il nipote del "padre della patria" che cosa pensa, che cosa vuole? Pensa e vuole qualche cosa e pensa e vuole soltanto attraverso il cervello di Giovanni Giolitti? Non chiediamo che Sua Maestà ci accordi un'intervista per farci conoscere il suo punto di vista, ma noi troviamo, e con noi moltissimi cittadini, che questo suo ossequio al costituzionalismo è troppo frigido ed eccessivo.
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