Aveva 34 anni. È stato sorpreso in una piazza di Mola di Bari, in una domenica soleggiata. Aveva parlato a un comizio. Pareva aspettasse i suoi comizianti. Gli organizzatori del delitto erano tutti giovani tra i diciotto e i vent'anni. Un testimonio oculare ha fatto questa dichiarazione. Ero amico del Di Vagno. I fascisti giunsero a Mola trafelati per impedirgli di parlare. Saputo dove si trovava in quel momento gli tesero l'agguato e compirono la terribile missione. Dico missione, aggiungeva, perché non era possibile supporre odii in persone così giovani. Non è stato assicurato il numero degli assassini. Forse erano diciotto. Erano tutti o quasi tutti studenti di Conversano e fascisti di quel paese. A Mola vi erano andati con due vetture. L'on. Di Vagno non aveva più via di fuga. Era circondato dalla morte. Le canaglie lo avevano mafiosamente raggiunto. Venne aggredito alla schiena. Non ebbe che pochi minuti. Dodici assassini gli furono sopra con la violenza dei revolvers. L'Avanti! ha scritto: "I sicari vili e feroci che hanno assassinato la fiorente giovinezza di Giuseppe Di Vagno non hanno e non meritano attenuanti".
I 30 arrestati di Conversano, focolare del fascismo sanguinario, sono tutti studenti di buona famiglia. Gli ultimi tre sono stati agguantati a Brindisi, in fuga. Vale la pena di citare i nomi di alcuni. È della documentazione. Cassano Tommaso, di Paolo, di anni 19, di Gioia del Colle, studente, appartenente a cospicua famiglia. Lorusso Luigi, di Arcangelo, studente, di 16 anni, e Lorenzo Luigi, di Giuseppe, maestro di scuola primaria, di anni 37. Costui era il più anziano.
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