Di lì non si passava. Non si doveva passare. L'ingiunzione era imperiosa. Se fossero stati riconosciuti sarebbero stati invasi dai proiettili della spedizione punitiva.
Intanto le "camicie nere" erano divenute il terrore. Erano figure macabre. Se si poteva guardarle al lavoro di distruzione si rabbrividiva e si correva col pensiero al loro terribile Robespierre, avvolto nella fama di implacabile. Gli "arrabbiati" di Benito Mussolini avevano per zagaglia un randello di legno massiccio col quale pare dovessero compiere stragi. L'avevano tutti. Era come il simbolo dei nuovi patrioti. Il loro furore bestiale di teppaglia lo si è veduto nell'edificio dell'Avanti! I lavoratori dei despoti in camicia nera hanno fracassato tutto. Una occhiata agli orrori interni ha fatto esclamare, a un cristiano accorso: "Oh dio mio, il tuo popolo fedele perisce!" Non si poteva essere stati più spietati o iniqui. Non ci fu mai nulla di simile nelle guerre civili. Neanche ai tempi di Cromwell. Gli insensati contadini della Vandea non sono mai scesi nei disastri del terrore tanto bassi. I versagliesi che assalivano i comunardi non si sono mai rivelati più vandalici e tanto infami. Tutto hanno fracassato. I periti della distruzione hanno riassunto la loro cifra in due milioni di danni. Le sollevazioni barbariche non avevano mai lasciato esempi così malvagi, così efferati. Mazzate su tutto. Aspersioni di liquidi infiammabili in ogni stanza. Rovine dappertutto. Davanti ai lavori della libertà intellettuale proletaria per la conquista dei diritti degli uomini, gli arnesi fascisti procombettero con impeti disperati.
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