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      Le latte erano state vuotate sui volumi con furia pazza. Le fiamme divamparono. Tutto era precipitato sul pavimento. Le pareti pareva fossero state in incipiente liquefazione. I soffitti scrostati dai calori incandescenti. Le scrivanie capovolte e frantumate a colpi di mazza. Dell'amministrazione non esisteva più nulla. L'anima del giornale era stata incendiata. Niente paura! avanti! Troppi uomini ci hanno preceduti in questi disastri per scolorire o aver paura d'una disfatta rivoluzionaria. Nell'assalto all'Avanti! non ci furono idee. Neanche quelle brutali e vendicative di Benito Mussolini, direttore del Popolo d'Italia. Non vi trovai che il gusto malvagio della distruzione. Il resto fu tutta una mascherata oscena di zulù, negli abiti europei. Fu tutta una perversione umana. Non ci furono corpi a corpi come per contendersi un ideale, come fra girondini e giacobini. Non si videro che incendiari, invasori, violenti spaccatori di mobili, capaci di accanirsi sulle macchine da scrivere o sull'accumulazione del materiale storico del quotidiano, un giorno nutrito e un giorno ordinato dallo stesso Mussolini. Le turbe che si sono conquistate in Italia il privilegio di distruggere, hanno il tempo misurato. Si prepara anche per loro un finale. Fra gli uomini del '93 e gli ultimi difensori dell'insensato feudalismo non ci fu tregua. Sarà così tra noi. Non ci sarà tregua. Il duello si svolgerà con colpi rudi. L'antico regime non può stravincere. I bersaglieri che vigilavano l'Avanti! con l'ordine inesorabile di non tirare furono un non senso.


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Mussolini
di Paolo Valera
pagine 213

   





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