I socialisti non hanno forse voluto combattere. Male! Dovevano prepararsi. Con duecento uomini armati come i fascisti le frotte dell'ancien régime non sarebbero ritornate alle loro sedi.
Una capatina nell'interno dell'edificio ci fa subito vedere la libertà e la sicurezza con cui hanno lavorato gli aggressori. Non ci fu stanza illesa dalle loro mazze e dalle loro operazioni, perché tutto andasse alla malora. Armadi rovesciati e sfondati, sedie frantumate, casellari in pezzi, macchine da scrivere sventrate, contorte e buttate fra i rottami. Dalla via Benedetto Marcello hanno potuto pregare i bersaglieri esterni di spostarsi per dar loro modo di sfondare, sotto i loro occhi, la muraglia ed entrare dalla breccia...
I sanculotti in camicia nera di Mussolini hanno completato i servizi passando per l'edificio ovunque come furie distruttive. I pompieri hanno compiuto il resto. La verità per tutti. Hanno inaffiato, inzuppato, inondato, dato all'interno l'aspetto di una inondazione. Il problema dei pompieri dell'avvenire sarà di sapere se negli incendi sarà meglio abbandonare tutto al fuoco o all'acqua. Squadre che in nome delle fiamme schiantano a colpi di scure ogni ostacolo, e a getti d'acqua inondano l'ambiente o gli ambienti e rendono tutto inservibile, devono dare da pensare.
Ritorno indietro per convincermi della connivenza governativa col fascismo. In piazza della Scala si è svolta la documentazione in meno di un quarto d'ora. Le guardie regie lasciarono liberi i passaggi al Comune, proprio quando giungevano gli squadristi dell'invasione.
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