Non occorre altro. I deputati socialisti alla Camera avrebbero dovuto urlare a Facta. Invece hanno ascoltato religiosamente il suo discorso "né con gli uni né con gli altri!" Inutile. O si combatte o ci si prostra.
XIV
IL PRIMO MASSACRO CREMONESE
Oramai la rivoluzione è, per noi, un sogno andato al diavolo. Non si pensa più a tramutare un regime. È dei tempi passati. La contesa dei nostri giorni è stata rimpicciolita e ridotta a una bega di gruppi che lottano per delle quisquilie o per delle ragioni personali. Il fascismo che oggi contiene tutto ciò che c'è di spurio, ha preso il sopravvento. È superiore a tutto e a tutti. Terrorizza. Si impone. Ha il coraggio che manca agli altri partiti. I socialisti, i comunisti, gli operai, i contadini continuano a lasciarsi molestare, maltrattare, rompere la testa, mandare all'ospedale a crepare sullo sdraio pubblico senza trovare modo di farla fare finita. È cosa quotidiana. A guardarci con occhi esteri si direbbe che siamo un popolo uscito dai magnanimi lombi delle colonie penali. Non c'è da noi che l'omicidio. Si ammazza oggi e si ammazza domani. I nostri giovani di sedici anni sanno lavorare di coltello come Lemaire e Troppmann senza sollevare il disgusto. Ho già ricordata l'aggressione del deputato Di Vagno. Mola di Bari è parsa la culla dei forzati di Finalborgo o di Portolongone. Fu tutta una truppa di giovani abituati al sangue. Ciascuno di loro ha gareggiato nel dramma orribile di distruggere la persona che doveva cessare di vivere per ordine di chi non si è saputo ancora.
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