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      Il cinismo di assumere la responsabilità di spaccare la testa agli avversari e di non voltare il dorso alle vittime che quando sono in agonia non è che di ieri. L'ambiente nuovo è Cremona, dove avevano imperato politicamente gli onorevoli Sacchi e Bissolati per tanti anni. Pareva un collegio elettorale di bonaccioni e di patriottoni. Andavano all'urna come a una festa. Nessuno si aspettava di vedere una nuova generazione di bastonatori e di delinquenti indurati al mestiere criminoso. Fu uno stupore. Ci siamo svegliati in una ripetizione di dramma. Lo stesso assassinio di Mola di Bari. Le stesse canaglie. Lo stesso cinismo. Su per giù della stessa età. Nessuna provocazione. I fascisti hanno scorto a una certa distanza l'automobile della deputazione provinciale socialista. Discesi dal loro camion, seguito dal camion delle guardie regie, si sono affrettati a rincorrerla. I socialisti se ne accorsero; affrettarono la corsa verso una cascina e giunti si raccomandarono ai contadini, i quali li nascosero in una stalla. Non fecero in tempo. Il gruppo dei fascisti fu su loro. Nessuna discussione. Nessun scambio di invettive. I fascisti sapevano il loro compito. Essi si misero subito a percuoterli con le mazze piombate. Il Petroneschi ricevette il primo colpo al braccio e cadde come morto. Ecco la ragione della sua salvezza. Lo si credette spirato. Il secondo era una persona conosciuta in tutta la provincia e fuori. Attilio Boldori, vicepresidente della deputazione provinciale e presidente della Cooperativa del Comune.


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Mussolini
di Paolo Valera
pagine 213

   





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