L'Italia č stata tre giorni senza governo: dal 28 al 30 ottobre. Dopo questo periodo i sansculottes del fascismo, senza spargere una goccia di sangue, entrarono. Mussolini aveva gią stretta la mano a sua maestą al Quirinale. Era una rivoluzione che si era svolta con l'aiuto del cappellano di Corte e qualche altro prete. La famiglia reale era salva. Con Mussolini facevano parte le sommitą della marina e dell'esercito. L'ammiraglio Thaon di Revel e Diaz erano divenuti anche loro rivoluzionari. Facevano parte del ministero. Molti uomini conosciuti in ambienti meno ufficiali erano al loro posto di ministro. In poche ore Mussolini aveva messo insieme il suo ministero. Dove era lui, c'erano molti senatori e deputati e alti personaggi fascisti. Preparata la collezione degli uomini che dovevano collaborare al ministero, il "duce" č andato alla reggia, accompagnato dagli on. Finzi e Acerbo, tutti e tre uniti dall'amor di patria. Il sovrano cominciava a tranquillizzarsi. L'idea che fra le camicie nere ci fossero dei regicidi o dei terroristi era andata in fumo. L'uomo che aveva seminato in parecchi anni la sommossa si limitava nella Monarchia. Come Danton, in un giorno di rivoluzione, si genufletteva al prete e poi si prostrava al crocifisso. Danton aveva commesso molti peccati. Si era diminuito davanti alla storia. Castighiamo il fellone. Era la sorte di Mussolini. Credeva nel Signore. Invece di sradicare il Quirinale, la reggia, e togliere ai Savoia la corona si metteva a disposizione della Monarchia per continuarne il regime.
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