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      Peggio che Danton!
      Molti dei suoi compagni, udita l'entrata di Mussolini alla reggia, disperarono di vedere la rivoluzione. La repubblica sociale era tramontata. Solo egli diceva che non si sarebbe più servito della ferrovia nelle sue corse. Aveva forse viaggiato male. Lo avevano forse seccato gli applauditori. Sì, egli era stato applaudito a tutte le stazioni. Aggiungeva che non era un demagogo. Che non lo era mai stato.
      In rivoluzione si accolgono tutte le dichiarazioni.
      XVI
     
      LA PRESA DEL POTERE
     
      Egli è unico. Dal pavé Benito Mussolini è passato alla massima presidenza del potere nazionale. Il suo pensiero intimo non è mio. Non so se egli abbia gioito del suo trionfo. Qualche volta se ne soffre. John Burns non ha udito tante acclamazioni. Le folle che lo avevano pensionato coi loro sei pence, non l'hanno più voluto vedere che per manifestargli la loro tiepidezza. Capisco, si trattava d'un altro caso. Mussolini si è scatenato dalle masse mettendosi in bocca l'indice, segno della sua collera. Si è vendicato. Ha dato se stesso ad altre moltitudini. È divenuto possente. Ha sottomesso gli ex compagni con la persecuzione, con le legnate, con i trangugiamenti di violente pozioni di olio di ricino, con le pugnalate, le revolverate per interposta persona o per sostituite persone. Durante le sue spedizioni punitive i governi non avevano influenza su di lui e le sue genti. Parevamo ai tempi delle "gride" manzoniane. Nessuno osava arrestare i bravi del nostro tempo. L'avvocato al quale si ricorreva, respingeva i polli.


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Mussolini
di Paolo Valera
pagine 213

   





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