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      La massa "rivoluzionaria" aveva sconquassato tutto. I caratteri di tipografia erano tutti in terra. Sono state portate via macchine da scrivere, asportati trentasei motori, frantumati tutti i mobili dello stabilimento, buttati dalle finestre il bello e il buono. Le guardie regie al primo assalto serale hanno risposto al fuoco. Ma al mattino alle quattro hanno di sorpresa occupato l'Avanti! Mussolini poche ore dopo era signore e arbitro della situazione. Egli non aveva voluto muoversi senza che un telegramma di sua maestà lo chiamasse a Roma. "On. Mussolini, sua maestà il re la prega di recarsi subito a Roma desiderando offrirle l'incarico di formare il ministero. Ossequi, Generale Cittadini." Fu un subbuglio. Il sottovoce è corso in un baleno per tutto lo Stivale. Se lo scopo del fascismo era di andare al potere, Mussolini aveva vinto. All'indomani fu un'esplosione. I giornali avevano sentito l'"uomo forte". Lui, ancora caldo della violenza compiuta sui giornali, aveva avuto l'offerta del potere e vi si era insediato come in casa propria. Il fatto personale e rivoluzionario non ha influito sulla composizione del ministero mussoliniano. Il sottosegretario di Stato Finzi, poche ore prima, aveva capeggiato l'occupazione della caserma del 12° bersaglieri.
      La storia non ha uguali. Nel 1914 Mussolini era su per giù in bolletta come il sottoscritto. Farneticava intorno a un quotidiano. La guerra ci teneva tutti agitati. Egli era l'autore della coercizione socialista. Non si doveva andare in guerra.


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Mussolini
di Paolo Valera
pagine 213

   





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