Pagina (94/213)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Signori (segni di vivissima attenzione), quello che io compio oggi, in questa Aula, è un atto di formale deferenza verso di voi e per il quale non vi chiedo nessun attestato di speciale riconoscenza.
      Da molti, anzi da troppi anni, le crisi di Governo erano poste e risolte dalla Camera attraverso più o meno tortuose manovre ed agguati, tanto che una crisi veniva regolarmente qualificata come un assalto ed il Ministero rappresentato da una traballante diligenza postale.
      Ora è accaduto per la seconda volta, nel breve volgere di un decennio, che il popolo italiano - nella sua parte migliore - ha scavalcato un Ministero e si è dato un Governo al di fuori, al di sopra e contro ogni designazione del Parlamento.
      Il decennio di cui vi parlo sta fra il maggio del 1915 e l'ottobre del 1922.
      Lascio ai melanconici zelatori del supercostituzionalismo il compito di dissertare più o meno lamentosamente su ciò. Io affermo che la rivoluzione ha i suoi diritti. Aggiungo, perchè ognuno lo sappia, che io sono qui per difendere e potenziare al massimo grado la rivoluzione delle
      camicie nere" inserendola intimamente come forza di sviluppo, di progresso e di equilibrio nella storia della Nazione. (Vivi applausi a destra.)
      Mi sono rifiutato di stravincere, e potevo stravincere. Mi sono imposto dei limiti. Mi sono detto che la migliore saggezza è quella che non vi abbandona dopo la vittoria. Con trecentomila giovani armati di tutto punto, decisi a tutto e quasi misticamente pronti ad un mio ordine, io potevo castigare tutti coloro che hanno diffamato e tentato di infangare il Fascismo.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Mussolini
di Paolo Valera
pagine 213

   





Aula Governo Camera Ministero Ministero Governo Parlamento Nazione Vivi Fascismo