(Grida di: VIVA IL RE! I ministri e moltissimi deputati sorgono in piedi e applaudono vivamente e lungamente).
Prima di giungere a questo posto da ogni parte ci chiedevano un programma. Non sono, ahimè, i programmi che difettano in Italia, sibbene gli uomini e la volontà di applicare i programmi. Tutti i problemi della vita italiana, tutti dico, sono già stati risolti sulla carta, ma è mancata la volontà di tradurli nei fatti. Il Governo rappresenta, oggi, questa ferma e decisa volontà
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XVIII
IL MINISTRO FASCISTA
È un uomo nuovo. Egli ha conquistato il potere direi quasi senza opposizione. È bastata la sua volontà ferrea. Il suo grido di partenza per Roma aveva sollevate molte speranze e grande spavento. Egli partiva e il fatto era compiuto. Il ministero Facta non aveva più via d'uscita. Si era lasciato andare con l'acqua alla gola. Lo stato d'assedio ch'egli aveva fatto proclamare in tutte le prefetture, in tutte le caserme e in tutti i comandi militari era andato all'inferno. Era stato smentito dallo stesso sovrano. Vittorio Emanuele III si era convinto della lealtà monarchica di Benito Mussolini. "È risaputo", dice una rivista di Firenze, "che il sovrano era stato ragguagliato, nella maniera più formale, che la monarchia non avrebbe avuto nulla da temere dalla rivoluzione fascista, ma un particolare, a pochissimi noto, è questo: allorché, come al solito, la mattina verso le 8 S. M. Vittorio Emanuele III da villa Savoia in automobile si recò a Palazzo Reale non poté subito entrarvi, perché ai portoni del Quirinale erano stati collocati dei cavalli di frisia!
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