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      I rivoluzionari hanno avuto momenti tragici, momenti piangevoli, ma la vittoria è come se li avesse abbandonati. Le loro organizzazioni, i loro leaders furono inferiori al momento. Se mai riparleranno di rivoluzione dovranno ricominciare la preparazione da capo.
      Benito Mussolini aveva un grande disprezzo per la vita parlamentare. L'Italia non conosceva che voltafaccia, paltonieri. Tipi finiti nella corruzione. Qualche volta egli aveva gridato nei giornali: bruciamo la Camera! buttiamo giù il Senato! defenestriamo i deputati a quindicimila lire l'anno! Era un paese il nostro che legislativamente avrebbe dovuto essere distrutto. Ha avuto per teste direttive dei Giolitti, dei Pelloux, dei Salandra, dei Bonomi, dei Facta. Fu turpe il nostro Parlamento. La storia parlamentare è affollata di eccidi. I ladri maggiori sono le nostre sommità delle zone elettorali. Abbiamo avuto figure scandalose come Crispi che ha finto di sposare la Montmasson, che ha svaligiato lo Stato, che è stato sulla piattaforma con Felice Cavallotti come un brigante del denaro statale, che ha figurato come uno svenatore di operai e di contadini siciliani, che ha fatto massacrare i nostri soldati in Africa da Menelik e da quel vigliaccone di Baratieri, maestro ai Caneva di caconeria. Nicotera è stato un altro ladro, un altro farabutto. Di Rudinì, un altro sanguinario. Pelloux un altro cane che imbrogliava la Nazione e chiamava Umberto alla Camera "il mio re". Un birbante peggiore di Bava Beccaris, andato al diavolo l'altro giorno.


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Mussolini
di Paolo Valera
pagine 213

   





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