Zanardelli un fintone, un fautore della democrazia cristiana che si è lasciato costruire e ammobiliare una villa dagli amici appaltatori di Stato. Nasi, predone, filibustiere, ministro e ladro sfrontato, Roberto Macaire ministeriale. Giolitti, che tutti li riassume, un gaglioffo fognoso. Nella casa statale lasciava le impronte digitali del delinquente politico. Si è servito di tutti gli alti ladri della finanza italiana. Ha elogiato parlamentarmente tutti i Centanni. Ha corrotto la vita nazionale e centuplicati i malfattori alla Camera.
Molte canaglie, molti scriteriati, molti prezzolati, molti venduti, molte fedine criminali sporche. Mussolini davanti a tutta questa geldra si sentiva orgoglioso. L'orizzonte politico gli sorrideva. La gente sua lo riteneva superiore. Lloyd George aveva ambito l'onore di cenare a Cannes con lui. Vittorio Emanuele III lo aveva chiamato. Egli era in viaggio. Giungeva a Roma in camicia nera. Loro due si conoscevano. Si erano veduti in guerra, in una infermeria. Il sovrano simpatizzava per lui, per la sua energia, per il suo tono marziale, per la sua volontà di riuscire.
È salito fino dove nessuno credeva di vederlo. Vittorio Emanuele III gli ha affidato la vita ed il benessere di quaranta milioni di individui. Io ne sono ancora qui intontito.
XIX
INTORNO ALL'UOMO DI STATO
Benito Mussolini è fortunato. La stampa sua pare uscita da un ambiente di livragazione. È divenuta acefala. È mussoliniana. È docile, mansueta, ubbidiente. Nessuno osa infrangere l'imposizione.
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