Non si discute che con il cervello presidenziale. Si è creduto per due minuti che il Corriere della Sera avesse conservata la sua indipendenza di borghese liberale pur restando nella zona dei facitori di fascismo. Illusione! Il più possente quotidiano della Penisola non ha potuto giungere a Bologna carico di dissensi con il governo senz'essere acciuffato e bruciato. Peggio! Non ha potuto neppure ribadire le sue critiche, senza correre il pericolo di essere arso come l'Avanti! Mussolini non vuole che gli si scompiglino i piani e i pensieri. Parla e scrive per tutti. Se qualcuno osa, è subito redarguito dal giornale dello stesso Mussolini. Il duce non scherza. O la maggioranza degli italiani dà il consenso alla sua politica o il consenso egli se lo prende con la forza. Per un anno è lui il padrone assoluto. La Camera gli ha concesso quello che ha voluto. O due giorni o due anni. Scegliete. La vita parlamentare è vostra per la completa legislatura se votate quello che vi chiedo. O chiudo bottega. O vi metto tutti alla porta. È stato provato un'altra volta che gli idioti alla Camera non hanno forza di resistenza. Nessuno ha fiatato. Hanno preferito il consenso di due anni. Non parliamo del linguaggio. Benito Mussolini ha fatto fischiare la sua veemenza fraseologica alle orecchie degli "Onorevoli" senza che uno di loro trasalisse o prendesse la via dell'uscita senza ritorno. La stampa di tutti i colori del novembre 1922 ha taciuto come gli "Onorevoli". Non ha fiatato. Ha portato in giro Benito Mussolini nelle narrazioni oggettivate - metodo furbesco che permette di rimanere invertebrato e di lasciare il personaggio della dittatura nella autorità e nella grandezza personale.
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