Non c'è giorno senza parecchi decreti. Il re perde importanza. Si può dire tutti i giorni. Assume sempre più la sua funzione decorativa. Il duce ha sempre frasi spettacolose o scultorie. "Il denaro del popolo è sacro." Se qualcuna di queste frasi irrita, è accomodata dai suoi ministri o da qualche agenzia telegrafica incaricata di correggere. Non parlo della Camera. Mi è parsa domata o virtualmente morta. È il Corriere della Sera che lo ha detto.
Di tanto in tanto, in mezzo a tutti questi guazzabugli orali e scritti, capita il ricordo della Occupazione delle fabbriche. È sempre accompagnato dalla virulenza borghese. Lo meritano. Non ci voleva che l'imbecillità socialista per abbandonarle. È stata l'idea più sciagurata che potesse mettere in scena un partito. O si ha la coscienza di svolgerla fino in fondo o non la si mette in atto. Stupidi! Non avete mai meritato la rivoluzione. Benito Mussolini ha capito che eravate dei deboli. Leticoni! Sempre buoni a leticare. Cito l'ultima malefatta tra direttore e redattore capo dell'organo di partito. Per il loro interesse si sono accapigliati in faccia al pubblico. L'uno voleva scacciare l'altro.
L'ultima novità fascista è, invece, che finalmente l'organo mussoliniano ha biasimato i gaglioffi in camicia nera che si erano dati il compito di punire gli avversari, colpevoli o incolpevoli, perché con questi sistemi truculenti e barbari non si poteva andare avanti. Il direttore del Popolo d'Italia se n'è esasperato pubblicamente. "Da vario tempo, dopo un periodo di sosta che sembrava precedere il periodo agognato della tranquilla convivenza civile, sono tornati di moda gli sfregi, le bastonature ed i bandi.
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