Le elezioni dovranno decidere sulla forma di governo dello Stato italiano: cioè se repubblica o monarchia. Diciamo fino da questo momento: Repubblica."
La Monarchia ha pure compiuto la sua funzione cercando, ed in parte riuscendo, ad unificare l'Italia. Ora dovrebbe essere compito della Repubblica di unirla e decentrarla regionalmente e socialmente, di garantire la grandezza che noi vogliamo di tutto il popolo italiano.
Continuo a spigolare per convincere che Mussolini non è mai stato che un rivoltoso della dinastia: "Se il grido evocatore della Repubblica significa fedeltà ad un nome e ad un'idea tradizionale che ha sempre infiammata la nostra fede per mio conto l'accetto, anche perché io particolarmente non ho mai creduto né alle virtù né alle glorie di casa Savoia!".
Non è permesso, egli aggiunge, di predicare in un modo e praticare in un altro. "Se per avventura queste mie idee non incontrassero l'approvazione del Fascismo, non me ne importerebbe affatto. Io sono un capo che precede, non un capo che segue. Io vado - anche e soprattutto - contro corrente e non mi abbandona mai e vigilo sempre quando il vento mutevole gonfia le vele della mia fortuna."
La Monarchia ci deve molto, perché senza la nostra battaglia antibolscevica, chissà quale corso avrebbero avuto gli eventi. Nei tempi in cui ci si batteva nelle strade, quasi tutti i savoiardi attuali si nascondevano nelle più recondite cantine e molti di loro erano già rassegnati alla
repubblica", diciamo "repubblica dei Soviety". Adesso che cosa si vuole da noi?
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