Le stragi dei contadini dei diversi Caltavuturo non si possono dimenticare. Sono morti eroi i De Felice (stu Cagliostro), i Bosco e gli altri "malfattori", accoppati o galeottizzati da Morra di Lavriano?
Francesco Crispi aveva avuto delle bellissime pagine. Il denaro lo ha rovinato dappertutto. Non c'era ancora l'indennità parlamentare. Forse può avere influito la moglie spendacciona, sensuale, ambiziosa, con una tavola sempre imbandita per i five o'clock e per gli amici dei pranzi sontuosi. La Riforma fu il suo quotidiano personale, la sua proprietà privata, il suo lusso di primo ministro. Egli ci teneva a fare l'altezzoso ministro degli esteri. Ci teneva a fare il Richelieu. Si diffondeva da sé. C'era dovunque. Fu il giornale ufficiale di tutti gli ambienti municipali e governativi. Fu un giornale che ha vissuto un po' di questua patriottica. Che aveva la presunzione di portare in giro le grandi idee del Pitt italiano. Crispi è passato attraverso uragani morali, finanziari, militari. La prima caduta fu dovuta a una donna respinta, dopo averla arruolata fra i Mille e averla condotta a Corte e alla mensa di Umberto I. L'Italia era rimasta smagata dal tranello vile teso alla giovane ch'egli aveva finto di sposare a Malta. Per un po' di tempo è passato per un depravato. Egli era facile a ricorrere ai chèques bancari e ai prestiti che sono rimasti più di una volta sospesi. La gaffe maggiore fu quella della Banca Romana. Tutta la sua famiglia - compresi gli alti domestici - si riforniva da Tanlongo.
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