Pure, vi è un uomo che ha girato l'Italia intera, nel 1919, '20 e '21, per propaganda fascista, senza mai pensare a crearsi un feudo elettorale; un uomo che capitò due volte a Cremona da te chiamato e che ringraziasti pel suo contributo di critica e di lotta contro il lodo Bianchi. Quell'uomo sono io: la mia cultura e la mia intelligenza valevano allora qualche cosa!
Oggi, secondo te, io ho anche il torto di occuparmi di filosofia, di Lutero, di Kant, e simili cose che ti urtano. Ma io non le scrivo per te, e nessuno ti obbliga a leggerle: tu non hai colpa alcuna se non le capisci, come io non ho commesso un reato a studiarle. Tu dici ironicamente che sei un cafone, mentre io mi guarderei bene dal chiamarti così; ma i cafoni sono simpatici quando rimangono al loro posto, non quando posano a despoti, a censori, o ad avvocati se vuoi. E la prova che non conosci la logica della tua parte, è nel rimproverarmi prima di rimanere nelle nuvole delle teorie, poi di scandalizzarti perché io tratto con rude franchezza la politica pratica, pur senza scendere a questioni personali; e infine di sfidarmi a citar nomi, salvo farmi espellere dopo per beghe personali appunto. Come debbo dunque contenermi, o terribile Farinacci? Tacere sempre, perché tu e il partito mi tollerate "generosamente" nelle vostre file? O mentire in pubblico per vostro conto, per la prima volta dopo venti anni? O ritirarmi dalla vita pubblica?
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So bene che questo è il tuo sogno: e può anche darsi che si avveri: ma prima ch'io mi decidessi, troppe cose dovrei dirti ancora.
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