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      Ti scandalizzi, Farinacci? Hai torto, perché vi è di peggio. Perché il giorno in cui io perdessi ogni speranza, in cui mi convincessi che il fascismo - invece di essere il movimento grandioso di ricostruzione che fu in parte e ch'io sogno continui - degenera nella volgare brutalità del cazzotto e del randello o nella viltà imposta dalla paura, io invierei al Duce la mia tessera, la medaglietta e la croce di commendatore; spezzerei la penna piuttosto che scrivere col tuo permesso; ridiventerei anarchico per disperazione piuttosto che accettare il tuo dominio; mi dimetterei persino da italiano, e tornerei emigrante e tipografo all'estero, in cerca d'un paese civile che mi garantisse l'incolumità fisica e morale. Perché io son disposto a cederti tutto, anche la mia pelle se credi, purché tu la sappia prendere a me che ho fatto la guerra sul serio e saprei difenderla, ma non la mia dignità di uomo; perché nessun tesoro al mondo mi persuaderebbe a cambiare il mio cervello, la mia anima e il mio passato con i tuoi; perché la distanza fra me e te, dall'alto in basso, io saprei mantenerla anche malgrado la tua pena di morte, e un minuto prima di morire sghignazzerei, sputerei, ancora sulla tua forca e sulla tua mannaia.
      E credo, con ciò di averti risposto come ti meriti. In conclusione come squadrista della prima ora, ti stimo; come uomo di carattere, ti voglio anche bene; ma come eroe che parla di morte senza averla mai affrontata mi disgusti, come censore mi fai ridere, come tiranno mi fai pena.


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Mussolini
di Paolo Valera
pagine 213

   





Farinacci Duce