So di avere sulla coscienza undici o dodici omicidi per mandato, ma sono vincolato e in pieno potere di coloro per i quali ho agito. Ora non mi rimane che di proseguire per questa china. Se mi rifiutassi, non avrei altra alternativa; o di essere soppresso, o affamato, o di andar in galera"."
Egli fu un esponente. Lo si è visto in quasi tutte le aggressioni e le uccisioni. C'è nell'aggressione Amendola, nell'aggressione Forni, nell'aggressione Misuri. Fu nella tragica spedizione di Foiano della Chiana. Fu arrestato per i fatti di Sarzana, dove vi aveva condotto un camion di moschetti e di mitragliatrici. Quando non aveva tempo incaricava gli amici. Nel 1921 ha incaricato due giovani di incendiare la Casa del Popolo di Rifredi (Firenze).
Il Dumini ha avuto un giornale che pubblicava, sospendeva e ripubblicava. Si chiamava la Sassaiola Fiorentina. Umberto Pasella fu uno dei suoi implacabili nemici. Lo ostruzionava dove e quando poteva. Nel partito lo si credeva fatale.
Un'ora prima di andare ad impadronirsi di Matteotti, il Dumini ha incontrato un amico in piazza Colonna. "Sai", gli disse, "si va a fare una grossa spedizione punitiva di polizia e io la devo dirigere!" La notizia è stata comunicata dal colonnello Sacco, ufficiale di ordinanza del generale De Bono.
Amerigo Dumini godeva dell'amicizia dei gros-bonnets del fascismo, non escluso il De Bono, capo della polizia e generalissimo della Milizia Nazionale. Pranzava con Cesare Rossi alla trattoria Brecche. Circolava nelle sale dell'Ufficio stampa del Ministero, nei corridoi della Camera e nelle tribune dei Ministeri come in casa propria.
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