Mussolini, dategli un posto al gerontocomio! Č un uomo finito.
ENRICO FERRIBIOGRAFATO DAL "POPOLO D'ITALIA"
Rabagas ondeggiante fra la piazza e l'anticamera regia, arrivista che non arriverā mai, uomo fallito in tutti i campi, rivenditore di scientismo all'ingrosso e al minuto, trafficante e imbroglione, intrigante e istrione: ecco l'uomo.
L'ultimo atto di questo arlecchino lo si č avuto recentemente alla Camera ove, facendo la spola fra il genero di Giolitti e la banda socialista-ufficiale, si dava l'aria di direttore della manovra antiministeriale. Poi all'ultimo momento il pagliaccio si č squagliato, dando testimonianza pubblica del suo animo conigliesco.
Miserie e vergogne.
Quelli che temperarono la propria anima alla pura fiamma dell'ideale nel periodo d'oro del socialismo italiano, ricorderanno con qual fine arte istrionica Enrico Ferri si fece largo fra le moltitudini.
Con la chioma imponente, la barbetta mefistofelica, la cravatta svolazzante al vuoto, egli compariva sui palcoscenici, nei comizi, nei tribunali, nei congressi.
Era il tribuno del popolo. Novello Gracco, egli dichiarava di voler dedicare tutta la sua vita al bene della plebe oppressa.
Nelle fotografie che questo agitator di popolo faceva smerciare d'ufficio, appariva la scritta: Enrico Ferri, fustigatore della camorra.
Egli era il santone della scienza, il gran marabutto dell'antropologia. Naturalmente rivendeva roba altrui. Era il manipolatore, il mercante di teorie che altri avevano meditato ed elaborato prima di lui.
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