Anzi, egli passava per un eretico. Un frantumatore di dogmi. Aveva celebrato l'eresia di Giovanni Huss. Alla dichiarazione di guerra, il sovrano aveva lanciato un suo proclama ai soldati di terra e di mare, senza "incomodare il padreterno" come invece aveva fatto il suo cugino Guglielmone. Benito Mussolini ha trovato il documento importante e ha gridato "benissimo!" Il creatore "andava lasciato alle sue oneste occupazioni, evitandogli l'umiliazione di mischiarsi nelle faccende nostre". La causa italiana era assistita dal "Diritto". Questo doveva bastare. Mussolini, concludeva il commento al proclama reale con un "vinceremo senza dio". La nostra sorpresa è stata grande quando Benito Mussolini lo abbiamo veduto prostrato all'"altare della Patria" con gli occhi al cielo a commemorare il "Dio della Vittoria", davanti l'avello del Milite Ignoto. Misteri della sua anima!
Adesso le scene tra lui e il cardinale Vannutelli non ci fanno più né caldo né freddo. Ci siamo abituati. Il matrimonio dell'on. Finzi con la signorina Clementi ci ha fatto assistere al rappattumamento dell'"anticristo" col personaggio più maiuscolo dei chiesaiuoli.
Incomincio a credere che quel mattacchione di Formiggini abbia ragione di averla su con Giovanni Gentile, il filosofo dell'attualismo. Gli ha dedicato una stroncatura di trecentocinquanta pagine mordaci. Gli ha appioppato un nomignolo risevole: "Ficozza filosofica del Fascismo". Benito Mussolini deve essere un "convertito" all'idealismo attualista. Ha voluto il Gentile al ministero dell'istruzione.
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