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      Anch'egli è diventato un benpensante. Fra poco sarà proclamato da uno dei tanti Janni del Corriere, il principe dei novellieri. Dove è andato il Monicelli rivoluzionario herveista? In frantumi. Le schiene di cartilagine non resistono agli urti delle crisi sociali.
      C'è un libro che il Monicelli socialista dovrebbe consigliare a leggere: Espansionismo e colonie di Enrico Leone. Che cosa valgono le divagazioni più o meno letterarie dei Podrecca e dei Rossi-Doria di fronte al formidabile libro del teorico del sindacalismo italiano? Qui non c'è l'Arcadia beota di cui favoleggia Tomaso, ma la scienza, la storia e il diritto e la condanna aperta e recisa dell'impresa africana. Sarebbe tempo di distinguere fra espansionismo economico e conquista militare. Ma i letterati si ubriacano di frasi. E l'Italia è il paese dei letterati. L'impresa tripolina è stata l'aubaine dei letterati a spasso. Tomaso - anima filistea di borghigiano - chiese di perire sotto le lame proletarie. Ma no. I conigli non finiscono sulle lanterne. Andrea Chénier è di un altro tempo. Tomaso ha la prudenza furbesca del santo di cui porta il nome. Non è andato a Ravenna per la paura di una fischiata. Gli hanno buttato in faccia la sua prosa antimilitarista di pochi anni fa e l'eroe è rimasto al sicuro nel suo borgo natio. Pagliaccio, va!
      Ho scelto due casi, ma potrei elencarne una fiche chilometrica. Basta. Mi riassumo. Ogni nazione ha avuto guerre coloniali, ma lo spettacolo dell'Italia ufficiale e sovversiva non ha precedenti.


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Mussolini
di Paolo Valera
pagine 213

   





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