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      Voglio portare il mio cordiale saluto a voi, uomini della provincia, della buona, della salda, della quadrata provincia. Vorrei che portaste nelle città troppo popolose e spesso smidollate il vostro spirito pieno di profondità saggia. Bisogna fare del fascismo un fenomeno prevalentemente rurale.
      Certo le adulazioni pubbliche per il Duce sono oggi in diminuzione. La sua strafottenza e la sua persistenza a tenere per il collo la stampa, gli hanno fatto perdere molte simpatie.
      L'affare Matteotti che gli ha messo in piazza i più affezionati collaboratori come complici o mandanti dei sicari ha contribuito a portargli via del rispetto morale. Il ratto del deputato non era stato messo in fuzione né dai Depretis, né dai Crispi, né dai Nicotera, né dai Rattazzi. È stato una sorpresa. Nessuno poi avrebbe creduto all'omicidio. Per me non c'è né politica né dramma nel ragoût messo assieme dai turpi personaggi del Viminale. La rivoluzione ha dato loro alla testa. Ci voleva poco a far loro capire che la rivelazione del fattaccio avrebbe scombussolato e diminuito il fascismo. Certi atti sanno di disperazione. I complotti e l'oscurità dei delitti hanno fatto cadere lo Czar prima con la sua famiglia e Kerensky poi. Darei la preferenza alla guerra civile al delitto Matteotti. Ai loro autori assegnerei un posto in un manicomio. Siamo troppo raccomandati alle dande dei prefetti. Una volta non avevamo per i prefetti che del ridicolo. Ci levavamo in piedi con parole brutali se ci molestavano o ci importunavano.


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Mussolini
di Paolo Valera
pagine 213

   





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