Luogo di tormenti. I più bei nomi della letteratura, della storia, delle agitazioni e della collaborazione sociale vi sono periti. Lenin, Kropotkine, Plechanoff, Dostoyesky furono uomini di pena. È naturale che la prima alterazione del regime sociale debba essere stata per Kerensky l'abolizione della pena di morte. È stata una prima respirata nazionale. Mussolini con la sua "rivoluzione" della marcia di Roma non si è trovato nella condizione di Kerensky. L'Italia è il paese di Cesare Beccaria. Non ci voleva proprio che Farinacci - l'avvocato di Cremona - per ricordarci che non eravamo brutali abbastanza e che dovevamo riattaccarci all'esecuzione del Boggia per riprendere la funzione del carnefice.
XXXIV
PAGLIACCIO POLITICO
Con la morte di Felice Cavallotti la democrazia italiana ha perduto ogni impronta di fierezza e di virilità. Si è smascolinizzata. Si è invigliacchita. Dopo il '98 Carlo Romussi non è più stato riconoscibile. La numismatica lo ha fatto entrare nella zona delle penne addomesticate. Il Secolo dopo di lui ha perso d'importanza. È divenuto un giornale floscio. Stinto. Cortigiano e voltafaccia come tanti altri. I Cappa, gli Agnelli, i Gasparotto colle loro inversioni cerebrali hanno cooperato a snaturarlo. È finito nelle mani di Giuseppe Bevione, il principe dei bluffisti libici.
I cavallottiani sono oggi gente morta. Ettore Sacchi non era più che un'ombra sparuta. Del cavallottismo non aveva conservato che l'onestà personale. Più volte ministro, lasciava il dicastero più povero di quando vi era entrato.
| |
Kropotkine Plechanoff Dostoyesky Kerensky Roma Kerensky Italia Cesare Beccaria Farinacci Cremona Boggia Felice Cavallotti Carlo Romussi Secolo Cappa Agnelli Gasparotto Giuseppe Bevione Sacchi
|