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      Portava gli ordini ai personaggi e ai circoli della Giovane Italia e le comunicazioni ai rifugiati.
      Vestita come una rivendugliola, con il cavagno della pollivendola o della ovivendola passava i confini senza paura. Crispi intanto faceva l'impiegato di una banca diretta da un compatriota. Poco dopo se ne sono andati a Parigi, dove il "marito" si era occupato in una casa di commercio. Rosalia badava alla casa. L'attentato Orsini lo fece espellere dalla Francia. Egli è stato creduto fra i bombardieri. Lui e la Montmasson ripassarono la Manica. Pillolizzo, per l'esiguità dello spazio. Ella fu con lui fra i Mille. Combatteva, incoraggiava, medicava, portava soccorsi. Alla battaglia di Calatafimi la Montmasson faceva della propria camicia delle bende. Garibaldi si è accorto di lei vedendole le trecce uscire dal berretto garibaldino mentre tirava sul nemico. Ho dimenticato di dire che la Montmasson figurava dappertutto come la "signora Crispi". Il grand'uomo venne eletto più volte deputato. Egli si era monarchizzato. Aveva fatto sventolare a Salemi la bandiera Italia e Vittorio Emanuele. Aveva scritto che la Monarchia unisce e la repubblica disunisce. Il grand'uomo aveva la Riforma. Il trasporto della capitale era avvenuto. L'insistenza per la confisca dei beni ecclesiastici a beneficio della nazione ha sollevato contro di lui il vespaio clericale.
      Il primo atto infame di Crispi è nell'affare Lobbia. Egli che sapeva i nomi dei deputati che avevano venduto il voto alla Regia dei tabacchi, malgrado le promesse di rivelazioni fatte a Bizzoni e a Cavallotti, ha saputo tacere con il pretesto del silenzio professionale.


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Mussolini
di Paolo Valera
pagine 213

   





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