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      Egli ha lasciato condannare dal tribunale di Milano Achille Bizzoni innocente; ha lasciato avvelenare i complici del segreto per le vie di Firenze; ha lasciato pugnalare Cristiano Lobbia senza contribuire a rivelare i documenti nel plico e non ha avuto pietà neppure quando il Lobbia, per salvarsi dai calunniatori e dalla giustizia che lo aveva condannato come autouccisore, si è suicidato. Crispi è passato darwinianamente sul suo cadavere. Uomo eminentemente politico, in nome del segreto professionale ha contribuito a compiere una tragedia che non può avvenire che in una società di sbirri e di sicari. Pillolizzo. Non ho spazio per diffondermi. Mi allargherò più tardi. Per ora resto con "madama Crispi". Coloro che l'hanno veduta nella insurrezione siciliana l'hanno nicchiata fra le eroine. È stata. Io non sono per i marmi. Ma le donne che lo sono dovrebbero elevarle un monumento più alto e più sincero di quello che Palermo ha elevato al suo falsario.
      I superstiti della spedizione si sono quotati e le hanno offerto una croce di diamanti. Madama Crispi è stata decorata come tutti i mille. Lo Stato ha votato per lei una pensione, compenso ai suoi servigi. Rosalia per degli anni è stata il centro degli uomini della rivoluzione. A Firenze, in casa sua, aveva ospitato Garibaldi. Crispi aveva fiutato che in lui era un avvenire politico. E da quel giorno l'avvocato si è sentito vergognoso dell'ex stiratrice savoiarda. Ecco il delitto della Montmasson. La disgraziata non era un'intellettuale.


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Mussolini
di Paolo Valera
pagine 213

   





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