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      Ma il complotto, come di solito, è stato rivelato alla polizia, e due dei complottisti hanno scontato il fio di aver creduto alla fantasmagoria dei pugnali, delle spade, e delle bombe. In un'altra congiura di Flourens i suoi aderenti vennero condannati da 25 a 50 anni di deportazione. Gustavo Flourens ebbe la sua parte. Egli aveva già sei anni da scontare per delitto di stampa. Gli si aggiunse la deportazione perpetua. Ollivier, colui che sta pregando sua Maestà la Morte di permettergli di finire le sue memorie, mise una taglia sulla sua testa. Caduto l'impero che egli aveva tanto esecrato, è divenuto un aggiunto al sindaco della diciannovesima divisione parigina. Il sindaco era Ranvier, un pittore di porcellana e di ventagli che ha avuto tanta parte nella Comune e il figlio preso a schiaffi dalla polizia thierista che voleva sapere da lui dove si era rifugiato il padre. Ranvier era il match di Flourens, il futuro comandante dei vengeurs. Tutti e due hanno iniziato la loro storia con un manifesto agli elettori della loro circoscrizione. Dopo aver dichiarato che Parigi non voleva altro esercito che la guardia nazionale, dicevano.
      Cittadini!
      Gli uomini che avete incaricato provvisoriamente di difendere i vostri interessi, e che seggono in questo momento all'Hôtel-de-Ville, vivono dei trenta soldi delle guardie nazionali con le loro famiglie. È la prima volta che un simile avvenimento avviene nella storia.
     
      Flourens, odiava di un odio sentito i poliziotti del basso impero. Non vedeva in loro che vili e mouchards.


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L'uomo più rosso d'Italia
di Paolo Valera
Arti grafiche Lampo Novara
1933 pagine 69

   





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