Per sfuggire alle loro ricerche passava sotto il loro muso truccato in tutte le guise. Una volta si era messo a circolare per Parigi nell'uniforme dell'ufficiale cretese che egli aveva portato con sè dal luogo dove aveva combattuto con Cipriani contro i turchi. Prima di essere della commissione militare con Duval, Eudes, Chardon, Pindy, e Ranvier, egli ha fatto le fucilate nel tafferuglio all'Hôtel-de-Ville e in un'altra occasione contro i nemici del popolo. Con lui era Amilcare Cipriani. È lui che sovente gridava:
- Aux Armes!
Cipriani è il Garibaldi in Grecia
[vedi gruppo.png]
l. Avv. Guglielmo Gambarotta - 2. Pasquale Guerino
3. Ettore Beneanati - 4. Amilcare Cipriani - 5. Walter Mocchi
6. Giacinto Campanozzi - 7. Prof. Arturo Labriola - 8. Ettore Croce
Il Diario di Amilcare Cipriani
Da Rimini a Portolongone
Incomincia con una letterina a Cesana, il direttore del Messaggero, per dirgli che «sono pensieri gettati giù in fretta, nel tetro bugigattolo di Portolongone», e che avrebbero bisogno di «una limata».
La sua «cittaduzza» come la chiama, gli metterebbe voglia di liticare col dotto riminese Tonini. Ma non vuole accapigliarsi con lui. Gli bastano i nemici politici. Tuttavia se non si acciuffa, si ribella alla tirannia letteraria come da molti anni si è ribellato «a quella della famiglia, della patria, dei preti, dei re, del militarismo, della borghesia dei paesi repubblicani e fiacchi socialisti, come si è ribellato a quella della proprietà, del capitale» di tutti i governi retti con civili ordinamenti.
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