Anche la mia deposizione, benchè più a mio vantaggio che altro, subì le stesse alterazioni della negativa. Un'altra irregolarità che non ha potuto essere una svista fu nel precisare l'arma con cui mi difesi. Io non mi sono mai servito della parola pugnale, perchè tale non era, ma bensì di piccolo coltello.
E così vi ho narrato con la mia solita sincerità i motivi di quella terribile negativa.
Se dalla presentazione del mandato di cattura a quella della istruttoria fossero corse almeno due ore avrei avuto agio di calmarmi, raccogliermi, ricordare il fatto che io stesso avevo in gran parte obliato, perchè, padrone di me stesso, avrei saputo che, una sol cosa mi avrebbe perduto, la negativa, e che dalla narrazione minutamente particolareggiata dell'accaduto potevo sperare salvezza.
Il fatto d'essere rinvenuto subito, dopo cinque minuti dalla negativa, dimostra chiaramente che se negai, fu la confusione mentale in cui mi aveva gettata l'ingiusta e terribile accusa e la repentina istruttoria.
Ogni giudice imparziale l'avrebbe veduto, come lo videro i miei giudici, ma, disgraziatamente, tutt'altro che imparziali.
Concludo come ho esordito e dico che mi avrebbero condannato alla galera anche senza la negativa, e forse, chi sa! sarebbero stati capaci d'inviarmi anche senza l'uccisione del Santini, tanto sono profondamente, radicalmente, irremissibilmente convinto che alla politica, nient'altro che alla politica io debba le mie catene.
Questa ferma convinzione l'attinsi nel corso del processo, alle assisi, dalla conferma della cassazione e da mille fatti che voi conoscete meglio di me, dalle multiformi violazioni di legge, dalla poco lodevole insistenza, dal non volerci rendere giustizia a voi, a me; ed al paese che la chiedeva.
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Santini
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