Rinvenuto stavo per avventarmi alla gola del birbante, ma mi trattenni perchè era il capo-guardia che nel mio cuore avevo decretato di strangolare. Tale oltraggio non si fa subire nemmeno ai cadaveri, e un uomo deve piuttosto uccidere o essere ucciso che tollerarlo. Simulando calma e come se nulla avessi inteso, mi vestii e mi allacciai fortemente la catena ai fianchi per essere più libero. Stavo per avventarmi su lui, quando il direttore che osservava dalla sua finestra quello che avveniva e temendo qualche scandalo che lo compromettesse, venne nel Bagno e comparve all'uscio della mia cella. Giunse in tempo. Andai a lui senza esitazione.
- È d'ordine vostro che mi si vuole far subire questo infame oltraggio?
Devo aver parlato con voce brusca. Mi rispose:
- Oh, no; questo poi no; ciò non si farà mai a Cipriani.
- Va bene; allora che cosa si cerca da stamane?
- Santo Iddio, quel biglietto che era nel lapis?
- Dunque siete voialtri che lo avete scritto e messo nel pane.
- Sì.
- Che cosa si diceva?
[ vedi rochefor.png] Henry Rochefort deportato alla Caledonia a vita e compagno di Cipriani
Allora avendomelo ripetuto parola per parola, gli dissi l'uso che ne avevo fatto. Senza la presenza del direttore sarebbe avvenuto una catastrofe provocata dalla perfidia di quest'uomo iniquo, fatto unicamente per tormentare gli uomini e spingerli alla disperazione o sulla via del delitto. Ma non è stata finita. La perfidia del capo continuava. Quel po' di latte che comperavo per rifocillarmi dalla fresca malattia cercava di rendermelo odioso.
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