Pagina (2/88)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      E come è sembrato curioso e ridevole questo volgar soggetto, di cui echeggiano oggi tutte le conversazioni (ad occasione del quale per incidenza ho vibrato qualche colpo, non percotendo però che l'aria), mi sono indotto a cedere alle richieste degli amici, che volean vedere per le stampe, come ho edificato senza fondamento, e trovata ragione dove ragione non v'è.
      Questo, ch'è antico e comune pretesto di tutti coloro che hanno il prurito di stampar cose sconce ed indigeste, per me è stato vero motivo che mi ha mosso. Se lo vuoi credere, cortese leggitore, mi avrò ben tolto lo scrupolo che aveva, acciò non avessi di me formata idea d'un capocchio. Se mi neghi l'assoluzione per questa innocente leggerezza, farai che o io ti mandi in baldacco, o mi trovi pentito d'essermene confessato.
      Ma ci è veramente la jettatura, dirai? Vedi, che ci ha da essere, rispose uno a chi gli faceva il cristiero di notte e dicea di non trovare il buco. Addio.
      Aspetta un altro tantinetto, che m'era scordato. La memoria è femina e tradisce. Pag. 56 Pittacus leggi Psittacus. Pag. 109 omos, chreason leggi òmos kreìtton. Incontrando altri errori, grandi, piccoli (com'è quello de' numeri de' paragrafi 9.7. pag. 32 e 39); ovvero non piacendoti questo mio stile del sapor del sorbo, ti ricorderai di tanti strafalcioni e granciporri tuoi. Tutti erriamo. Tutti siamo asini. Anzi il piú bravo della Grecia fu l'asino di Macrino, perché co' suo ragli disordinate avea tre squadre a cavallo dell'armata di Dario. Io parlo chiaro per mia indole; né ho mai curato celar nel cuore i miei sentimenti:


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Cicalata sul fascino volgarmente detto jettatura
di Nicola Valletta
pagine 88

   





Pittacus Psittacus Grecia Macrino Dario