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COLLA VOCE 'FASCINO' E 'JETTATURA' NON INTENDOCOSA DIABOLICA
Ma, oh Dio! e dove mi trovo! Il credereste, Accademici? Io mi son messo a gracchiar di cosa che non so in mia coscienza ancora che sia. E volesse Domeneddio che nel mondo io solo fossi di questa pasta! Un maestro di filosofia, e maestro non da dozzina, a' scolari che diceano di aver capita la lezione, rispose di non averla capita lui, che l'avea spiegata. Veniamo a noi. Ciò che gli antichi diceano fascino, diciam noi jettatura: voce nella nostra nazione già ricevuta pel napoletano graziosissimo idioma; anzi piú estesa di quella, e piú espressiva.
Ma jettatura! fascino! che roba è questa? Per comprendere intanto il senso di fascino, apro certi polverosi libracci e trovo che alcuni animali cerretani, con discorso inconcludente, chiamino fascino una magica illusione de' sensi, onde appaiano le cose agli occhi nostri tutt'altro da quel che sono, e cosí c'inganniamo; ovvero una perniciosa qualità ingerita per arte diabolica, e prestigi: cosicché in virtú del patto espresso, o tacito, fra gli uomini e 'l demonio, questi offenda altri al guardar del malefico, diffondendo qualità cattive per l'aria circostante; la quale, infetta cosí, comunichi il male al corpo di chi viene a respirarla.(1) Guardimi Dio! coi diavoli non voglio averci che fare; né m'intendo punto né poco di magia, sia negra, sia del color pallidetto in moda del volto delle donne.(2)
E se altra idea non vi è della voce fascino, statevi bene, uditori. Basteravvi avere inteso il proemio.
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Dio Accademici Domeneddio Guardimi Dio
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