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5.
È ANTICHISSIMA L'IDEA DELLA JETTATURA
Ma lasciamo di grazia le parole a' pedanti, che sono sorci, o tignuole nella Repubblica delle lettere, intesi con fasto magistrevole unicamente a roder sillabe e virgolette; e passiamo a dimostrare che la cosa fu molto prima del nome, e l'idea della jettatura, tale qual'è oggi presso di noi, fu nella più rimota antichità presso tutte le nazioni piú culte ancora. Né isdegnerete di prender meco in mano la fiaccola della ragione e caminar primamente fralle dense tenebre de' tempi favolosi ed eroici, quando il mondo era bambinello di latte.
Nella felice età dell'oro, - oh ci fossimo stati! -, era bello vedere la terra dare spontaneamente, non solcata, i doni suoi; le piante gravide, senza agricoltore, di biondeggianti poma; l'erbe ed i fiori in una perpetua primavera da acuto gelo non tocchi giammai: ma piú di tutto era bello che l'uomo non temeva jettatori, che non ce n'erano affatto; ed a ciascuno i fatti suoi venivan bene, e felicemente. Dal vaso di Pandora, poi, fralle miserie la jettatura fu la prima ad uscire, scaturigine infelicemente feconda de' mali tutti piombati addosso all'umanità, e tratto tratto in tutta la massa umana propagati, e diffusi. E che altro vuol dire che Circe, la bella figlia del Sole, co i carmi suoi incantava, e cosí trasformati vedeva innanzi a sé in bruti i Greci d'ogni condizione?(13)
6.
COME DA UN LUOGO DI GELLIO
Per vedersi però quanto antica sia l'opinione della jettatura, basterà leggere il solo Aulo Gellio; il quale racconta che ne' suoi viaggi, giunto a Brindisi, ritrovò sul lido alcuni volumi antichissimi che si vendevano, e li comprò: sapete perché? perché, com'e' dice, il prezzo era dolce.
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