E la legge 3 della stessa Tavola VII: «QUEI • FRUGES • ECSCANTASIT».(45) Cioè: si uccida vittima a Cerere colui che le altrui biade con incantazioni obbligasse a non crescere, o, secondo la congettura de' dotti, l'abbia trasportate nel campo altrui.(46)
Con simiglievoli incantazioni non solo i frutti, le biade, si mandavano a male, o ne' poderi altrui si trasferivano, ma si credea che si espellessero altresí gli stessi dei tutelari da' loro luoghi, e la luna benefica divinità, per non udire gl'incanti delle arti Tessale, sul piú alto cielo si portasse, ed oltracciò, per clamori e suoni, il suo languore volgesse in letizia.(47)
Io ben so io che la detta pena per le magiche incantazioni fosse irrogata, in quei tempi ancora semplici e rozzi, secondo il comun sentimento. Ma so ancora che altri altramente quelle leggi interpetra. E perché non posso io adattarle alla jettatura ed alle maligne parole de' jettatori invidiosi? Inoltre presso i Romani stessi a che altro era il Collegio degli Auguri destinato, se non per sapersi se, in qualche cosa da farsi, v'intervenisse o no jettatura? A tal fine gli Auguri guardando l'oriente, osservavano se folgorava o tuonava a sinistra, ch'era buon segno, o a destra, ch'era segno di jettatura solenne ed augurio cattivo: conciosiacosa che il settentrione, ch'era a sinistra, credeasi piú alta ed illustre regione. Allo 'ncontro i Greci la destra per le cose fauste e propizie stimavano.(48)
Gli Auguri osservavano degli augelli il volo, il canto d'essi ascoltavano, ed osservavano il mangiar de' polli, dalla bocca de' quali cadendo il cibo era il piú lieto augurio.
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