L'augello Galgalo attrae cogli occhi l'itterico morbo degli uomini. Gli occhi de' galli al povero Leone inferiscono mestizia, e timore essendo alcuni semi ne' corpi de' galli a' Leoni nemici.(136) Il cuore quasi trasmette agli occhi gli affetti suoi. E come l'occhio umano spira amore, soavemente mirando, cosí avanza ogni terribile oggetto, mirando minaccioso e adirato. Molti animali non fuggono dall'uomo, se non li guarda. E lo stesso Leone si ritira, e si scansa, ove l'uomo in campagna si ferma a mirarlo fisso senza abbassar le palpebre.(137)
Specialmente gl'invidiosi, tanto se guardan biecamente, quanto se con guardi affettati a dolcezza, la jettano; perché l'invidia fa destare tutti gli affetti dell'animo, e gl'invidiosi nocciono col guardo; essendo per natura ingenito a chiunque di toglier di mezzo le cose, che dispacciono.(138) Il sentimento stesso fu del Gran Cancelliere Bacone da Verulamio, il quale scrisse: «ex affectibus nulli sunt, qui existimantur fascinare, proeter amorem, et invidiam. Uterque acria progignit desideria: uterque se perniciter efformat in phantasias, et suggestiones: atque uterque facile inscendit in oculos; praecipue, quando objectum adest. Videmus Scripturam invidiam oculi mali nomine insignire».(139)
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O LA PATENTE PROVIENE DAGLI EFFLUVI
Non si possono negare gli effluvi, che tutti i corpi, specialmente de' viventi, tramandano; e che operano su degli altri, come i dotti han dimostrato, in ragion quadrata inversa delle distanze. Da essi nasce il secondo genere di patente jettatura nell'uomo.
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