Pars caudae prodesse viris, quos fascina vexat(172)
il cuoio della fronte della Jene:(173) la cipolla, che il diavolo dicesi rispettare, perché gli antichi l'adoravano pari a lui:(174) e quell'erba di odorifera radice, detta baccharis, baccari volgarmente guanto di nostra Signora, perché costipa i meati, e restringe la dilatazione degli spiriti, che la soverchia lode produce; onde chiude cosí la porta del fascino.(175)
Democrito Abderite portava, o mostrava la pietra catochites. I cacciatori soleano rompere un rampollo della quercia. Altri credeano, che con lo sputarsi tre volte in seno, il fascino si rimovesse:(176) altri con umidire le labbra e la fronte colla saliva. Fascinationes saliva jejuna repelli, veteri superstitione creditum est.(177) E Persio:(178)
Ecce avia, aut metuens Divum matertera cunisExemit puerum, frontemque, atque uda labella
Infami digito, et lustralibus ante salivisExpiat, urentes oculos inhibere perita.
Francesco Stelluti traduce:
Ecco l'avola, o zia, che degli DeiTimorosa è cotanto, ha già di culla
Tolto il picciol bambin, cui perch'è praticaAd impedir d'occhi nocenti il fascino,
Col mezzan dito, e col purgante sputoLa fronte prima, e i labbri umidi purga.
Dippiú versi fescennini cantavansi: faceasi il frullo.(179) Finalmente soleasi portar sospesa qualche cosa turpe, perch'essa credeasi poter, destando il riso, distogliere e rimuovere gli occhi di chi avesse per avventura guardato.(180) Tal era il corno caprino, il corallo rosso, e principalmente l'imagine della viril parte; cui perciò fu dato il nome di fascino;(181) ed a cui poi succedette il dito di mezzo, contratti i due diti vicini.
| |
Jene Abderite E Persio Divum Stelluti
|