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      Proem. § 55.
      (120) Davanzati, Diss. sopra i vampiri, c. 13.
      (121) Benché il Buffon, ed altri, abbian mostrato che le macchie de' feti non sono effetti della fantasia delle madri.
      (122) «Phantasia, dice il sottil Cardano, quae in homine latet, est procul dubio quaedam naturalis magia omnium mirabilium, quae in homine eveniunt: imo potius quaedam naturalis praestigiatrix, cuius nutu omnia in quaecumque vult, illico transformantur».
      (123) Tertulliano, lib. de anim., c. 17: «qui insaniunt, alios in aliis vident, quemadmodum maniaci, et phrenitici; ut Orestes matrem in sorore, et Ajax Ulyssem in armento, et Athamas, et Agave in filiis bestias». A Teodorico la testa di un pesce sembrò il capo grondante di sangue di Simmaco Senatore, da essolui barbaramente ucciso.
      (124) Chi molto ha bevuto s'immagina di veder camminare i monti, battersi gli alberi l'un l'altro, e raddoppiarsi i lumi, come dice Giovenale: «et geminis exurgit mensa lucernis». Quante cose allegre c'imaginiano, facendo ghiribizzi, e castelli in aria, con dispiacer mirando chi da nostra pazzia ci guarisce. «Se certi plessi, o ramuscelli de' nervi soffrono una commozione, mediante l'impressione d'oggetti proprj ad eccitare la compassione, il terrore, o altro sentimento, non sarebbe egli possibile che l'anima alla vista, o al semplice pensiero di questi oggetti agitasse precisamente i medesimi plessi, o ramoscelli, e che si cangiasse la percezione in sensazione, oppure che si sentisse piú forte la sensazione, e piú durevole?


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Cicalata sul fascino volgarmente detto jettatura
di Nicola Valletta
pagine 88

   





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