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      (157) Molti attribuiscono ad occulta virtú della luna il crescere che fanno piú prontamente le piante e l'erbe, seminate o piantate a luna nuova; e la varietà della durata de' legnami, che tagliati a luna nuova facilmente putrefacendosi, s'empiono di tarli, che li corrodono. Benché i dotti non ad occulta influenza del cielo attribuiscano, che l'erbe e le piante crescano a luna crescente piú che a luna scema: ma alla ragione perché la luna crescente resta presente dopo tramontato il sole, e non lascia cosí di subito freddar le piante; per le sottilissime vene delle quali il sugo che poi si condensa in legno, o in fronde e fiori si converte, fin dalle radici a nutrirle si porta: come può vedersi nell'Anatomia ed Economia delle Piante del diligentissimo Malpighi, cui nulla seppe la Natura de' suoi segreti nascondere. Per la stessa ragione il legname tagliato a luna crescente è men durevole: mentre piú ripieno di sugo, meno denso ne' suoi pori, conserva entro di quelli materia indigesta, non ancora condensata in legno, e con ciò atta a putrefarsi. Quanto al moto, poi, vediam noi moversi l'acque de' mari al moto della luna, e risentire eziandio de' moti del sole negli equinozi e soltizi: e col tremito formarsi il gelo; ond'è pericoloso rispetto al fulmine ed alla gragnuola il far de' grandi rumori. Dippiú il foco elettrico è nella terra e nell'aria, ch'è corpo elettrico per origine. Il foco si comunica, ed il piú forte vince il più debole.
      (158) Toaldo, cap. I, art. 2, part.
      (159) È anche grazioso il seguito di questo passo di Toaldo: «Non si troverà assurdo che tali vibrazioni, replicate, moltiplicate e condensate, si potessero propagare in distanza, a commovere un volume d'aria rimota, per esempio coi clamori intensi e continuati di un numeroso popolo, aggiuntovi il rimbombo di molti stromenti: e se fossero verificati certi quasi magici ed istantanei cambiamenti d'aria in simili casi, non si potrebbe fisicamente concepire, che arrivassero in modo molto diverso da quello con cui i clamori de' Crociati, sotto Tolemaide, fecero cader dall'alto la colomba messaggera, che all'uso di quei paesi portava lettera d'avviso agli assediati: o pure come accade talor di vedere a chi viaggia in tempo di neve per profonde valli su l'Alpi, che ad un semplice starnuto, o altro piccolo suono, staccandosi per sí tenue tremore un fiocco di neve dalla fronda di un albero, o dalla cima prominente di un sasso, questo fiocco rotolando giú, e involgendo la neve che incontra, cresce alla mole di una montagna, che schianta tutto ciò che incontra per via, seppellisce vetture e case, riempie gli alvei e le valli, fa cambiar letto a' torrenti, eccita nell'aria una tal onda, che forma un vero uragano».


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Cicalata sul fascino volgarmente detto jettatura
di Nicola Valletta
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