Guido che qui si incarica così direttamente dell'amore degli altri, è del resto stranamente implicato nell'amore di tutti quasi i suoi colleghi, tanto che la critica «positiva» non sapendosi spiegare questa sua continua ingerenza ha finito con l'appiccicargli delle non onorevoli funzioni di intermediario, di paraninfo o peggio! Questo Guido è colui che inizia Dante nell'amoroso cammino, colui a cui Dante stesso dedica la Vita Nuova. Da tutte le parti d'Italia, da Pisa, da Bologna, poeti d'amore scrivono a lui parlando di diversissime donne. Egli parte d'Italia e va a innamorarsi di una giovane donna proprio (o mirabile caso!) in quel gran covo di eretici che era Tolosa e trova (o mirabile caso!) che somiglia perfettamente a quella che egli ha lasciato a Firenze! Lapo Gianni gli manda a dire che una giovane di Pisa dovrebbe arrivare di nascosto da lui e vuole esser protetta. Guido risponde che venga pure, che metterà buona guardia, e tutto questo in versi! Egli è evidentemente per alcuni anni il centro di tutto questo movimento, diciamo chiaramente il capo della setta.
E tutte queste strane donne delle quali si interessa in ogni parte d'Italia e fuori e che si interessano di lui sono altrettanti gruppi settari, che a lui fanno capo e sono in rapporto con lui. Gianni Alfani manda la sua Ballatetta dolente alla donna e aggiunge:
Poi fa sì ch'entri nella mente a Guido
perché egli è sol colui che vede amore(36).
Parole che sarebbero assai ridicole se si trattasse d'amore vero, ché la poesia sarebbe indirizzata insieme alla propria donna e a uno dei più terribili Don Giovanni dell'epoca, che non si sa proprio che cosa c'entri!
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