Eppure, ecco Cavalcanti che dice:
Saver compiuto con perfetto onoretuttor si trova in quella cui disio(45).
Dice altrove:
E tanto è più d'ogn'altra canoscenzaquanto lo cielo de la terra è maggio(46) (!).
Ecco Cino da Pistoia dire della sua donna:
E le parole sue son vita e pace,
ch'è sì saggia e sottile,
che d'ogni cosa traggo lo verace(47).
Ma (ascoltate voi che date come dimostrato e indiscutibile che la Vita Nuova sia scritta per una donna vera) quando Dante scrisse la canzone: Donne ch'avete intelletto d'amore, ebbe da queste donne (che dovevano essere molto sapienti!) una risposta in bei versi e a un certo punto le «donne», dopo avere molto lodato Dante, ringraziandolo di aver loro rivelato la grandezza e la bellezza di madonna (!), fanno dire alla canzone che vuole andare:
fin ched i' giugnerò a la fontanad'insegnamento, tua donna sovrana(48).
In queste parole noi apprendiamo una cosa che Dante era stato abbastanza furbo per non dire, e cioè che la sua Beatrice, la Beatrice della «Vita Nuova», aveva l'abitudine di abitare presso la fontana d'insegnamento o (se si voglia diversamente intendere) era una fontana d'insegnamento. Ora questa fontana d'insegnamento era stata sempre il simbolo della tradizione iniziatica attraverso la quale si trasmetteva la Sapienza santa: giuro che la moglie di Simone de' Bardi non solo non abitava presso questa simbolica fontana, ma non sapeva nemmeno che cosa fosse! I poeti siciliani anche loro hanno avuto la fortuna di amare tutte donne sapientissime; Jacopo da Lentini, per effetto dell'amore non comune, scrive
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