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      .. una è la mia colomba, la mia perfetta(61)».
      Anche qui abbiamo un fatto che secondo l'interpretazione tradizionale rimane stranissimo come coincidenza e, per quanto riguarda la trasformazione di Beatrice, assurdo e sconveniente, mentre invece diventa chiaro se si supponga che queste donne siano fin dalla loro origine simbolizzazioni della Sapienza santa.
      La donna di Dino Compagni si è a un certo punto svelata come l'«amorosa Madonna Intelligenza». La Beatrice di Dante si è a un certo punto svelata come Sapienza santa; ma già nelle liriche era stata rappresentata da altri come assisa alla «fontana d'insegnamento». L'una e l'altra erano fin dal principio Sapienza o Intelligenza che, come vedremo, sono la stessa cosa.
      Ma se riconsideriamo un poco quella canzone che costituisce, si può dire, la magna charta del dolce stil novo, cioè la canzone di Guido Guinizelli: Al cor gentil ripara sempre amore, noi troveremo una indiretta ma chiara conferma del fatto che queste donne sono o meglio, questa donna, è «l'amorosa Madonna Intelligenza». Nella quinta strofa essa stabilisce una importantissima similitudine tra la «divina Intelligenza» e la bella donna che è oggetto dell'amore, similitudine che, a chi abbia un po' d'udito fine (non naturalmente alla «gente grossa» che non deve capire), suona proprio corne una identificazione.
      Splende la 'ntelligenza de lo cielodel creator, più ch'a nostr'occhi il sole.
      Ella intende 'l fattor su' oltra 'l cielo,
      il ciel volendo lui ubidir vole,
      et consegue al primiero


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Il linguaggio segreto di Dante e dei Fedeli d'Amore
di Luigi Valli
pagine 879

   





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