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      dal giusto Dio beato a compimento:
      così dar dovria 'l verola bella donna, in cui occhi risplende
      dil suo gentil talento,
      che mai da l'ubidir non si disprende(62).
      Il testo è un po' incerto, ma una cosa è sicura, che qui si dice che «l'amorosa Madonna Intelligenza» (Compagni), cioè la Sapienza santa che «gloriosamente mira nella faccia di Dio» (Dante), penetra addentro nel pensiero divino; che come il Cielo in tutto ciò che vuole segue l'intelligenza divina che gli fu data per guida; così la bella donna nella quale risplende la volontà pura (il gentil talento) dovrebbe essere norma di coloro che l'amano. In altri termini: la bella donna amata dal Poeta compie la stessa funzione dell'Intelligenza, che affisa in Dio e guida la creatura che in lei si affisa. L'Intelligenza del cielo guida il cielo secondo la volontà di Dio. Essa (santa Sapienza) dell'uomo, dovrebbe guidare l'uomo secondo la volontà di Dio.
      Ma la canzone di Guido Cavalcanti: Donna mi prega è tutto un oscuro trattato intorno a questa «Intelligenza», all'amore che lega gli uomini a lei, alla dissimulazione cui sono costretti i «Fedeli d'Amore»: è in breve tutto un documento della verità del simbolismo. Non solo ma, una volta spiegata, essa è la riprova luminosa di quanto sinora si è venuto supponendo perché tra l'altro a un certo punto, affermando in limpide parole che Amore nasce da una forma «che prende loco e dimoranza nell'intelletto possibile», viene a dire chiaramente che esso non è altro se non il congiungersi dell'intelletto possibile con l'intelligenza attiva, cioè con la Sapienza.


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Il linguaggio segreto di Dante e dei Fedeli d'Amore
di Luigi Valli
pagine 879

   





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