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      3. Si spiega il fatto che le diverse donne amate dai poeti, in alcune imprudenti e distratte parole di essi vengano rappresentate come una donna sola.
      4. Si spiega perché questi amanti, ed essi soli, e questa «madonna», siano circondati da quelle strane «donne» che fanno da intermediarie, da consolatrici, da giudici, che rispondono ai versi dell'innamorato, che riconoscono come nostra donna la donna del poeta, ecc., tutto come se, invece di essere donne, fossero proprio compagni e correligionari del poeta nel culto per un'idea.
      5. Si spiega perché tanto spesso questi poeti facciano sapere di essersi innamorati di donne somiglianti alla loro donna e ciò per far conoscere i rapporti da essi stabiliti con gruppi settari affini al loro.
      Con questo io non ho fatto che mettere in luce un primo piccolissimo gruppo degli innumerevoli indizi che convergono verso la mia tesi, indizi che non potrebbero essere registrati tutti e diffusamente senza estendersi in enormi volumi. Credo che essi bastino a suscitare o meglio a risvegliare in ogni spirito obiettivo il legittimo dubbio sulla consistenza di quella interpretazione realistica che la critica tradizionale ci ammannisce. E dico con intenzione «risvegliare» perché tale dubbio è stato sempre in fondo all'anima di ogni lettore di queste poesie ed è soltanto represso dagli artifici della critica «positiva» e dalla pesante autorità con la quale imponeva, specie nelle scuole, i suoi inconsistentissimi risultati. A questi argomenti se ne possono aggiungere infiniti altri: il più grave di tutti però, sarà sempre la nuova e diretta impressione che avrà ogni lettore spregiudicato quando si rimetterà a scorrere la massa di queste poesie (non le poche scelte per le antologie delle scuole con criteri estetici), nella luce di questa ipotesi.


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Il linguaggio segreto di Dante e dei Fedeli d'Amore
di Luigi Valli
pagine 879