Allora in ogni parte delle canzoni, dei sonetti, delle ballate, nelle slegature dei versi, nelle oscurità volute, nelle formule fredde, nel convenzionalismo evidente, nello slegamento apparente delle corrispondenze fra poeti che nel pensiero segreto sono d'accordo e nelle forme esterne no, in tutto il complesso di queste poesie il lettore sentirà con una diretta e invincibile certezza, il grandioso, continuato, monotono artificio e sentirà come una vecchia benda cadere per sempre dai suoi occhi.
1. Il vero significato dei motivi ricorrenti nella poesia d'amoreCon l'ipotesi assunta apparirà tutto naturalissimo quello che dinanzi a questa lettura ci sorprende e ci lascia perplessi. Con essa il lettore comprenderà che tutti i motivi più comuni, più triti, più monotoni di questi poeti, quelli sui quali essi insistono in maniera, diciamo francamente, così noiosa, sono motivi mistici che, come tali, rivelano una grandissima importanza e una profondissima vita. Allora si spiegherà perché tanto spesso questi amanti ripetano che madonna «è venuta dal cielo», che è «cosa di cielo» e che «deve condurre al cielo» e simili espressioni che, usate per la Sapienza mistica, sono non solo perfettamente a posto, ma ben significative e profonde e usate per una donna qualunque sono scialba e vuota rettorica, come sarebbe vuota rettorica l'idea che questa donna fa trasumanare o l'idea che «non può mal finir chi l'ha parlato» come dice Dante.
Allora si spiegherà perché tutti questi innamorati insistano così ripetutamente e noiosamente sul fatto che madonna «non si può guardare», che è impossibile sopportare la sua veduta, che dinanzi a essa l'uomo «bassando il viso tutto smuore» (Dante), e simili.
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