Ecco che infatti quando andiamo a vedere le interpretazioni realistiche di queste poesie troviamo i letterati impantanati in una massa di problemi insolubili e invischiati nelle ipotesi più contraddittorie. Troviamo che tutti ci dicono che nel dolce stil novo l'amore sa di misticismo, che è una cosa quasi religiosa, che è un'amore per esseri trascendenti e superumani, ma nello stesso tempo, ipnotizzati dalla lettera che uccide, insistono a voler dire che questi esseri trascendenti e superumani sono donne che camminano per la terra. Tutti ci dicono che tra queste poesie alcune sono evidentemente in un gergo incomprensibile, altre sono così oscure che da sei secoli non se ne capisce nulla, altre, aggiungo io, sono così mescolate di dottrinarismi che se fossero capitate veramente in mano a una donna vera l'avrebbero fatta arrossire, altre, aggiungo ancora, sono così melense, così monotone, così stupide nel loro senso letterale che per l'onore di chi la scrisse bisogna pensare che dovessero avere un senso recondito più serio.
E avanti a questo fatto non abbiamo il diritto di affrontare seriamente l'ipotesi che ci sia qui sotto tutta una corrente di pensieri mistici e un linguaggio convenzionale?
Dato l'ambiente in cui si sviluppa questa poesia, dato il fervore di vita mistica e religiosa che vi è intorno, data la grande opera a base di amore mistico che da essa emerge: la Divina Commedia, date le dottrine sull'arte prevalenti nel tempo, che tutte convergono nel concetto dell'arte simbolica e a sensi profondi e molteplici, dati gli innumerevoli richiami e confessioni di simbolizzare nella poesia d'amore che si dichiara sempre incomprensibile per la «gente grossa», la tesi del suo carattere erotico realistico potrebbe essere sostenuta forse ancora a una condizione sola, che quella poesia mostrasse una così limpida e realistica passionalità da presentarsi come espressione diretta di un sentimento d'amore: ma quello che si verifica è perfettamente il contrario.
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Divina Commedia
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