Pagina (95/879)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      .. precisamente ciò che sembrano, cioè atti d'un culto, adempimenti di riti, cerimonie, drammi liturgici»! Se le parole nascondono il vero carattere di questa poesia tentando di farla apparire alla «gente grossa» poesia d'amore, l'impressione immediata genuina e diretta che essa dà tradisce perfettamente, come si vede, la sua vera natura. Ed è ovvio che ciò avvenga perché è più facile cambiare convenzionalmente il senso di una parola e scrivere «Beatrice» invece di «mistica Sapienza», che non cambiare il carattere generale della commozione che ci dà questa Sapienza esprimendo come una vera commozione erotica quella che è una commozione mistica o facendo un racconto d'amore di quello che è veramente un dramma liturgico!
      Il riconoscimento di questo vero carattere della poesia d'amore di Dante attraverso l'impressione diretta della lettura è tanto più importante in quanto il critico che lo ha esposto non crede niente affatto che si tratti di materia mistica e alle idee del Rossetti (che mostra di non aver minimamente approfondito) non accenna che con uno dei soliti scherni.
      La mia idea rivoluzionaria dunque, mentre sembrerà portare nell'interpretazione di questa lirica qualche cosa di inaudito e di strabiliante, finirà col dire semplicemente che la lirica d'amore di Dante e dei suoi compagni è precisamente tale quale un lettore spregiudicato la sente, non quale vuole apparire alla «gente grossa» e quale la critica volgare l'ha ritenuta, cadendo nel gioco che per la «gente grossa» era ordito.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Il linguaggio segreto di Dante e dei Fedeli d'Amore
di Luigi Valli
pagine 879

   





Sapienza Sapienza Dante Rossetti Dante