Nella confusa e diffusa e multiforme tradizione gnostica essa riapparve talora col nome di Ennoia e col nome di Sofia. Con l'uno e con l'altro nome essa prendeva la figura di una donna e diveniva eroina di drammatiche vicende.
Ennoia era, secondo la dottrina che Ireneo(103) attribuisce a Simon Mago, una specie di Prima mens che conosceva i disegni del Padre e generò gli angeli e gli arcangeli, che a loro volta crearono il mondo, e che fu imprigionata da questi e tormentata. Essa si era incarnata attraverso i secoli in molti corpi di donna, tra i quali in Elena greca, e ora era chiusa nel corpo di una povera femmina che Simon Mago aveva comperata a Tiro e che sempre conduceva con sé. Sofia appare come persona o Eone in molte forme dello gnosticismo, ma particolarmente importante è quel Canto nuziale di Sofia nel quale Bardesane, lo gnostico valentiniano vissuto tra il secondo e il terzo secolo, esaltava con calde parole e con minuti particolari questa divina Sofia in forma di donna e di sposa.
La mia sposa è una figlia della luce,
essa ha la magnificenza dei re.
Altero e affascinante è il suo aspetto:
gentile e di pura bellezza adorno;
le sue vesti somigliano a bocciuoliil cui profumo è fragrante e grato
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Essa pone veracità nella sua testae mulina la gioia ne' suoi piedi.
La sua bocca è aperta: e ciò ben le si convieneché puri canti di lode con essa ella parla.
I dodici apostoli del figlioe settantadue inneggiano in lei.
La sua lingua è la cortina della porta
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